TORINO – “L’analisi è impietosa, la qualità è calata. Il livello visto in Sudafrica era differente rispetto a quello del 2006 e si è visto. La responsabilità non è di Abete, il presidente fa ciò che può. Il ruolo della Figc è di programmazione e di formazione, il problema coinvolge tutti e anche i club”. Marotta analizza la deludente avventura della Nazionale ai Mondiali di Sudafrica 2010. Gli azzurri, arrivati con i galloni di campioni in carica, sono usciti di scena nella prima fase. “L’Italia si può criticare per l’aspetto tecnico-tattico, ma non era all’altezza dal punto di vista psico-fisico”, dice il dirigente bianconero. “La Nazionale non può fare a meno dei grandi club, che hanno sempre favorito i giocatori ai selezionatori di turno. La qualità odierna dei giocatori è inferiore rispetto a quella di qualche anno fa e in particolare rispetto a quella dei Mondiali tedeschi del 2006”, prosegue. “Dopo il fallimento nei Mondiali del 1966 la federazione chiuse le frontiere agli stranieri: fu una decisione azzardata, ma di sicuro bisogna lavorare. È difficile identificare la terapia vincente, ma bisogna analizzare la situazione evidenziando che la qualità non è quella di qualche anno fa”, afferma ancora. ”Abete, ripeto, non può essere il colpevole di una situazione che coinvolge tutto il movimento calcistico. A mio parere, ad esempio, la Lega calcio dovrebbe essere più presente nella programmazione» relativa alla Nazionale”, dice proponendo una linea di azione. L’Italia non è stata l’unica Nazionale europea a fare flop in Sudafrica. “L’uscita di Italia e Francia, finaliste quattro anni fa, ha destato scalpore. La presenza in panchina di Fabio Capello e la struttura della squadra, poi, lasciavano supporre che l’Inghilterra avrebbe potuto fare più strada”, dice Marotta soffermandosi sulle altre delusioni VFdel Vecchio Continente. Ci si gioca tutto nei 90 minuti, anche componenti come gli assistenti possono determinare il risultato. Il gol non assegnato all’Inghilterra nella sfida contro la Germania – dice riferendosi alla rete non attribuita a Frank Lampard – ha condizionato il risultato finale. Se ci fossero stati gli assistenti dietro le porte, probabilmente si sarebbe evitato l’errore”. L’avventura della selezione allenata da Capello è finita con il ko. incassato contro una Germania baby e multietnica. “I tedeschi – dice Marotta – hanno presentato una formazione giovane, ripartendo negli ultimi anni dopo aver toccato il fondo. Hanno cambiato strategia, hanno punto su raduni giovanili e hanno sfornato talenti in grado di far bene anche nel presente. La Germania, poi, ha aperto a criteri di selezione globalizzati: nella rosa ci sono 11 giocatori che non sono nati nel Paese”.
fonte: leggo.it
La Redazione di Calciomercatonews.com