MILANO – Un pareggio contro il Paraguay all’esordio ci poteva anche stare, campo duro, avversari affiatati e molto veloci, gli azzurri ancora imballati. E immediatamente dopo l’1-1 che ci stava stretto abbiamo iniziato a fare i calcoli: “Bisogna fare tanti gol alla Nuova Zelanda” – si diceva, ed è arrivato un altro pareggio tirato per i capelli. “Bisogna vincere con la Slovacchia, magari arriviamo anche primi” – si è detto dopo, ed ora eccoci qua, Campioni del Mondo fuori al primo turno (e non possiamo neanche goderci l’eliminazione della Francia, Germania-Inghilterra agli ottavi e l’alta probabilità di vedersi eliminare a vicenda Spagna e Brasile). Il problema grosso di questa Nazionale (orfana dei ‘non fenomeni’ Balotelli e Cassano) è stato sin dall’inizio la scarsa incisività nel calciare la palla verso la porta, quand’ecco che ormai eliminati la soluzione sembrava lì a portata di mano: Fabio Quagliarella. L’attaccante napoletano ha fatto da solo, negli ultimi venti minuti contro la Slovacchia, più di quanto siano riusciti a fare i suoi compagni di reparto e i tatticismi di Lippi in tutte e tre partite disputate in Sudafrica. Il ct viareggino è arrivato a disputare questa competizione senza avere idea di come mettere i suoi uomini in campo e ostinandosi a puntare suoi suoi ‘pupilli’ bianconeri, reduci da una stagione disastrosa: Cannavaro, Camoranesi, Iaquinta e soprattutto il povero Marchisio, costretto a giocare fuori ruolo a più riprese. Lippi ha sbagliato tutto, le convocazioni, gli uomini, lo schema. Va bene, è il ct che ci ha riportato la Coppa del Mondo ma questo, probabilmente, gli ha permesso di adagiarsi sugli allori e poter pensare di essere infallibile. Caro Marcello, così non è.
Pierluigi Tosto – www.calciomercatonews.com