JOHANNESBURG (Sudafrica) – Le temperature “polari” sudafricane non se le aspettava nessuno. Partite giocate con guanti e sciarpa sono eventi del tutto singolari per un Mondiale, ma non necessariamente negativi. Il prof. Zeppilli, responsabile del settore medico di Coverciano infatti dice: “Meglio questo inverno africano dell’estate torrida e umida che trovammo negli USA nel ‘94. Quel caldo impediva ai calciatori di recuperare, si disidratavano completamente e fu un bel problema rimetterli in sesto. Il freddo aiuta invece a reintegrare le energie, a recuperare più rapidamente. Ci sono i pro e i contro. Giocare a zero gradi come l’altra sera non fa bene, può creare problemi ai muscoli, richiede al fisico uno sforzo maggiore. Sicuramente il riacutizzarsi della sciatica a Buffon è da mettere in relazione con il clima rigido e con la forte umidità serale. L’ideale sarebbe un mondiale in primavera o con un clima fresco, non afoso. Quattro anni fa in Germania è stato ideale: salvo eccezioni, nè troppo caldo e mai freddo“.
Daniele Berrone – www.calciomercatonews.com