MILANO – La prima cosa da dire, a dispetto del risultato che non è stato quello sperato, è che l’Italia vista contro il Paraguay (1-1 in rimonta), la prima Italia mondiale del Lippi-2, pur non vincendo ha destato un’impressione migliore di molte nazionali viste fino ad oggi: migliore di Francia e Inghilterra, che come gli azzurri hanno debuttato pareggiando, migliore forse anche dell’Olanda, che pure ha chiuso il suo primo impegno rifilando un 2-0 ad una spentissima, a dire il vero, Danimarca. La prima Italia del Lippi-2, che rispetto all’Italia mondiale di Germania 2006 sconta un deficit tecnico notevolissimo, ha giocato una prima partita qualitativamente modesta – com’era facile prevedere visto che Totti è stato dimenticato, Pirlo è fermo ai box e Camoranesi è sempre sull’orlo di una crisi di nervi -, ma atleticamente superba: una partita da outsider di lusso, più che da campioni del mondo, in cui hanno giganteggiato, per la loro straordinaria carica agonistica, innanzitutto Pepe (che nel secondo tempo, quando tutti boccheggiavano, pareva un marziano) e poi il solito De Rossi, un sorprendente Zambrotta e persino Montolivo, che a Città del Capo, di colpo, ha svestito i panni del principino per indossare quelli di uno sbalorditivo, impensato e impensabile Robin Hood. Il suo assalto solitario alla porta del Paraguay, nel primo tempo, dopo aver strappato palla a un avversario a metà campo, e la saetta scagliata verso Villar (miracolosa parata) da 20 metri, al minuto 82, sono stati le perle di una partita davvero fantastica per l’autorevolezza dimostrata dal gioiellino viola.
Dopo i tanti esperimenti del lungo avvicinamento al Sudafrica, Lippi ha schierato una formazione con (quasi) tutti gli uomini nel loro ruolo: niente Chiellini terzino sinistro, niente Maggio terzino destro, Pepe a destra e Iaquinta a sinistra e Montolivo nel logico ruolo di vice-Pirlo. Unica presenza inquietante nello scacchiere tattico: quel Marchisio né carne né pesce rimasto a galleggiare a lungo, incerto e spaesato, in una zona ibrida, troppo avanzata per un mediano come lui, col fioretto in mano invece che con la spada. Ancora il peggiore in campo, sia pure non disastroso come nell’amichevole contro il Messico.
In questo quadro piuttosto sorprendente, se è vero che Pepe e Montolivo (con De Rossi e Zambrotta) sono stati i trascinatori, si sono inserite le prestazioni degli altri: incoraggiante quella di Criscito, meno fiammeggiante del previsto quella di Chiellini, balbettante quella di Cannavaro, sotto tono quelle di Iaquinta e Gilardino, sbiadita – come già detto – quella di Marchisio. Buffon ha preso un gol senza toccare palla guardando Alcaraz incornare indisturbato tra De Rossi e Cannavaro, poi – infortunato – ha gettato la spugna. Marchetti, che ha preso il suo posto, si è limitato a timbrare il cartellino.
Domanda: visto che la classe, in casa Italia, scarseggia terribilmente, e che bisognerà giocoforza arrangiarsi dando fondo alle riserve di fiato, riusciranno i nostri eroi a tenere i ritmi – a dire il vero altissimi – scanditi nei 94 minuti contro il Paraguay? Pensare che Pepe, Montolivo, De Rossi e Zambrotta – ma anche Criscito e Iaquinta – corrano in questo modo al ritmo di una partita ogni 4 giorni, ci sembra folle. La speranza è che l’Italia, domenica, possa mettere sotto la Nuova Zelanda (decisamente inferiore al Paraguay) senza finire il match con la lingua penzoloni, per poi vedersela con Hamsik & company, giovedì 24, dando tutto: proprio come è stato fatto contro il Paraguay al debutto. Di certo, dando per possibile il passaggio del turno, il problema dello scarso livello di classe di questa Italia – accentuato dall’imperdonabile rinuncia a Totti nella lista dei 23 – diventerà intricatissimo dagli ottavi in poi. Poiché i gol si fanno segnando, e non solo correndo, una prestazione come quella contro il Paraguay, con avversario dominato ma non domato, ci spedirebbe diritti ai calci di rigore. E allora, vai col segno di croce!
Fonte: paoloziliani.it
La Redazione di Calciomercatonews.com
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