MILANO – Era ora. Era ora che stamane il Milan intervenisse in tackle scivolato su Pato, ribadendone l’incedibilità per bocca di Adriano Galliani e, soprattutto, facendogli sapere con toni forti e chiari che sarebbe meglio se la piantasse di andare in giro per il mondo a manifestare dubbi e incertezze sula sua permanenza in rossonero, sulla sua esperienza rossonera, su quello che farà da grande. Non se ne può più di alcuni giocatori che sono convinti di essere un incrocio fra Pelè e Van Basten, sono strapagarti anche se hanno soltanto 20 anni, firmano contratti sino al 2014 in cambio di 2 milioni di euro netti all’anno e poi, al minimo stormir di fronde fanno capire che potrebbe levare le tende.
Il caso Pato è paradigmatico di un modo di comportarsi che non può più essere tollerato. Ricapitolando: durante il calciomercato 2007. il brasiliano passa al Milan dopo che, secondo il suo agente Gilmar Rinaldi, si erano fatti avanti anche Chelsea, Real e Inter. Pato ha 17 anni, Berlusconi lo paga 22 milioni di euro: mai nessuno aveva speso tanto per un minorenne. Pato possiede un ottimo talento; diventa il più giovane calciatore a segnare un gol in una partita ufficiale della Fifa battendo pure il primato di Pelè; in Italia, con 18 reti risulta il capocannoniere assoluto del Milan 2008-2009, ma la sua ultima stagione è stata uno strazio fra infortuni, riprese, ricadute, stop, parole vuote. Sino al dicembre scorso, Pato aveva segnato 14 gol fra campionato e coppe, alla fine di febbraio si è infortunato alla coscia destra durante Milan-Atalanta. E’ tornato a fine marzo, ma si è di nuovo infortunato e, alla fine della fiera, ha giocato soltanto le ultime due partite di campionato.
Giustamente, Dunga non l’ha convocato per i Mondiali dove, in questi giorni Pato è comunque presente per iniziative umanitarie assolutamente lodevoli. Il che, comunque, non gli ha impedito di rilasciare dichiarazioni senza capo nè coda. Non so se resto, del mio futuro parlerò il 20 luglio, giorno del raduno, bla bla bla. Il procuratore cerca di metterci una pezza dicendo che, come al solito, l’assistito è stato frainteso, ma intanto in Italia monta l’ira di Galliani che al giocatore non le manda a dire. Pato non è in credito con Via Turati: è in debito. Se non vuole diventare un ex ragazzo prodigio, sarà meglio che si metta in testa soltanto il Milan e pensi solo al Milan. Il resto è fuffa. Sudafricana, ma sempre fuffa.
fonte: ilquotidiano.net
La Redazione di Calciomercatonews.com