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TORINO – Chi rappresenta Dzeko? È l’interrogativo che si sono posti in corso Galileo Ferraris quando il presidente, Andrea Agnelli, ha dato il benestare per l’operazione Dzeko con una precisa strategia: sondare prima il giocatore, poi le intenzioni del Wolfsburg. Più facile trattare con il club tedesco che con l’entourage dell’attaccante bosniaco, con Dzeko in vacanza ai tropici fino a metà della prossima settimana. Il bomber della Bundesliga è la punta di diamante della scuderia Soccertalk di Alen Augustincic; Irfan Redzepagic, agente del giocatore, non più tardi di ieri si è affrettato a smentire trattative o contatti tra Juve e Wolfsburg: «Solo rumors. Non sono abituato a commentare voci prive di fondamento. Se ho parlato con la Juve? Nessun colloquio».
Per Dzeko la Juve la prima mossa l’ha fatta con la società, con Dieter Honess. I 40 milioni di euro della clausola rescissoria, scaduta il 31 maggio, sono destinati a scendere, ma sono sempre troppi per il club bianconero che ha proposto Diego, e si è vista chiedere dai dirigenti tedeschi anche Momo Sissoko. Arduo convincere i due bianconeri. Al contrario di Edin Dezko che in Italia verrebbe di corsa come ha dichiarato a ‘Spox’: «Ho giocato 3 anni alla grande con il Wolfsburg, la società mi ha rinnovato la fiducia, ma è tempo di fare un’altra esperienza. Il mio futuro? Va aldilà dei soldi». Tra il giocatore e la Juve c’è però un ostacolo forse insormontabile. Il Manchester City potrebbe impugnare il trasferimento se è vero che Dzeko ha firmato un’impegnativa con la squadra di Mancini. L’intrigo c’è tutto.
(Fonte ‘Gazzetta dello Sport’)
La Redazione di www.calciomercatonews.com