ROMA – Le due ultime amichevoli hanno riservato alla nostra nazionale una sconfitta e un pareggio. Due risultati non buoni, ma assai utili. Abbiamo problemi, lo si sapeva, ma queste due partite aiuteranno Lippi a risolverli. Il Messico ci ha frastornati, siamo andati un po’ meglio con la Svizzera. Ma quali sono le indicazioni che il nostro c.t. avrà tratto? Credo moltissime, da allenatore capace ed esperto come è. Si impara di più dalle sconfitte. La prima partita ha mostrato una squadra impallata dal lavoro che per giunta ha trovato un avversario giovane ed in gran forma. Quindi il nostro precario stato fisico-atletico è apparso più evidente. Però, siamo sicuri che la figuraccia sia dipesa solo dai carichi di lavoro? E non potrebbe essere che il modulo improvvisato, anche solo per 30 minuti, abbia tolto riferimenti importanti e costretto la squadra a giocare un calcio offensivo ed a tutto campo al quale le squadre italiane non sono abituate? Il campionato italiano ci insegna un football episodico, ricco di contrattacchi rapidi e di un folto assemblamento difensivo. Il possesso palla, l’essere padroni del campo e del gioco, non fanno parte delle nostre abitudini. Così come avere undici giocatori che siano abituati a partecipare collettivamente. Con il Messico i difensori salivano poco, gli attaccanti difendevano meno, a centrocampo si ballava e c’era una squadra poco connessa e scarsamente ben distribuita. La condizione fisica ha peggiorato il tutto. Ma siamo certi che tutto dipenda solo dai carichi di lavoro? Lo saprà solo il c.t. e di conseguenza farà le sue scelte. Però, non c’è da sottovalutare che giocatori come Buffon, Cannavaro, Zambrotta, Pirlo, Di Natale e Iaquinta non sono più dei ragazzini. Inoltre per Di Natale e Gilardino è difficile interpretare il calcio totale. Come Iaquinta è poco abituato alla fase difensiva. La seconda partita ha mostrato una nazionale più vivace ed «italiana». Sarà come dice Lippi che due-tre giorni hanno aiutato a smaltire le tossine, ma non potrebbe anche essere la conseguenza di una squadra più giovane, viva e con un modulo più conosciuto? Non chiediamo alla Nazionale quello che il nostro campionato non ci insegna. Noi possiamo giocare solo un football basato sulla difesa ed il contropiede. Confortato da una buona forma e da un elevatissimo spirito di squadra e motivazione. Con la speranza che i vari Buffon, Cannavaro, Zambrotta e Gattuso sappiano ripetere le prodezze di Berlino.
Fonte: Gazzetta dello Sport
La redazione di Calciomercatonews.com
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