MILANO – Che Amantino Mancini fosse poco utile al Milan qualcuno lo aveva intuito subito. Silvio Berlusconi commentando l’arrivo in prestito del brasiliano dall’Inter aveva dichiarato di non capire il suo ingaggio, e di non condividerlo. Ma il suo era un ragionamento tecnico, forse in quel momento neppure lui sospettava che l’operazione potesse rivelarsi anche economicamente dannosa. Perché, l’ex romanista, nonostante abbia messo piede in campo solo sette volte, senza per altro impressionare, se non in negativo, non è destinato a lasciare Milanello.
Tra le due società milanesi infatti ci sarebbe un accordo informale, che obbligherebbe i rossoneri a riscattarlo, pagando circa 3 milioni e 750mila euro ai campioni d’Europa. Ovviamente via Turati dovrebbe impegnarsi anche a garantire lo stipendio al giocatore: 3 milioni e 800mila euro a stagione, al lordo 7 milioni e 600mila, fino al 30 giugno 2014, perché a gennaio Mancini è riuscito anche a ottenere il prolungamento di un anno del suo contratto. In totale dunque, l’affare al Milan costerebbe oltre 30 milioni di euro, una cifra all’apparenza paradossale pensando alla politica di ridimensionamento dei costi adottata dal club, oltretutto per un calciatore che, a giudicare dalle sue prestazioni degli ultimi due anni, rischia di passare molto più tempo in panchina che sul rettangolo di gioco. Complessivamente dunque un’operazione disastrosa, alla quale la dirigenza milanista dovrà cercare di porre rimedio. In caso contrario non resterebbe che confidare in una resurrezione sportiva.
Fonte: Qsvs
La redazione di Calciomercatonews.com