SESTRIERE – Quattro anni fa, prima del decollo per la Germania, c’era più caos fuori ma più chiarezza dentro la casa azzurra. E siccome Lippi è sempre stato molto sicuro delle proprie scelte, se stavolta ha sciolto le cinque riserve che si era portato in ritiro soltanto poco prima di mezzanotte, ora limite stabilita dalla Fifa, i suoi dubbi non sembrano un segnale incoraggiante. L’ultimo infortunio di Camoranesi, però, ha dato involontariamente ragione alla prudenza del c.t., che soltanto dopo un lungo colloquio con il medico Castellacci ha deciso di confermare il bianconero nella lista dei 23, sperando nel suo pieno recupero. Cossu, il piccolo tamburino sardo considerato la sua più talentuosa alternativa, rimarrà quindi a casa insieme con un altro sardo, il quarto portiere Sirigu, il difensore Cassani, e gli attaccanti Borriello e Rossi. Tra i due “litiganti”, contrariamente alle previsioni, gode Quagliarella che supera all’ultima curva il milanista e soprattutto “Pepito” Rossi, unico a salvarsi nella fallimentare Confederations Cup di un anno fa, e unico per le sue caratteristiche tecniche, anche per la facilità a inserirsi durante le partite. Un’esclusione discutibile quanto la conferma di Camoranesi, tra l’altro dopo una stagione già piena di guai fisici, anche se un Mondiale, come abbiamo visto in Germania, non si vince per la scelta o il rendimento di un giocatore. Si vince con l’adesione di tutti, a cominciare da chi non gioca, alle idee non soltanto tattiche del tecnico. E da questo punto di vista, i dieci giorni al Sestriere sono stati molto utili, a prescindere dall’adattamento fisico all’altura. Il gruppo sta crescendo, proprio come quattro anni fa, anche se poi la differenza la fa il campo. In questo senso potremo capire dalle prossime due amichevoli, domani a Bruxelles contro il Messico e sabato a Ginevra contro la Svizzera, se l’esperimento di Marchisio, nel ruolo di Sneijder al centro del tridente a supporto di un’unica punta, è da considerare riuscito. Lui e Bonucci, prima alternativa a Chiellini e a Cannavaro, sono le speranze di questa nuova ma in realtà vecchia Italia, che ha l’età media (28,9) più alta di quattro anni fa e di tutte le altre vincitrici del Mondiale dal 1970 in poi. Ma proprio questa è la grande scommessa del c.t.: puntare sull’orgoglio di Zambrotta, Cannavaro, Pirlo e dello stesso Camoranesi, feriti dall’accusa di essere bolliti, aggiungendo la freschezza dei pochi giovani fioriti nel giardino del nostro campionato. Fatti gli italiani, senza Cassano e Cassani, ora però bisogna fare l’Italia. E allora in bocca al lupo, Lippi.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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