MILANO – “Era lo Special One e ora è solo lo Special Traitor, un traditore speciale. E se Mou ci avesse preso per i fondelli? E se dall’esperienza italiana avesse tratto il peggio dei nostri vizi per girarli a suo vantaggio? E se… Ci eravamo appena convinti che José Mourinho fosse un grande motivatore, un superbo stratega, un eccelso filosofo, un impareggiabile comunicatore e adesso siamo qui a condividere la delusione dei tifosi interisti per il tradimento consumato sul campo.
Non si era ancora spenta l’eco della fantastica vittoria al Bernabeu che già Mourinho faceva le valigie. I tifosi dell’Inter hanno atteso 45 anni per coronare il terzo sogno europeo ma, proprio nella notte del trionfo, hanno capito che qualcosa non girava per il verso giusto: dopo un bellissimo Triplete (Champions, Campionato e Coppa Italia), lo Special One ha deciso di non rinnovare il contratto con l’Inter. Le sirene del Real Madrid sono state troppo forti per lui. Ma com’è possibile? Cos’altro voleva?
Il fascino del calcio consiste anche nella sua dose di irrazionalità: in un mondo poco propenso all’immaginazione come il nostro, per molte persone il calcio resta l’ultima riserva di magia e di fantastico, di malie e di incantesimi, ingredienti che danno un sapore unico alle fiabe. Ora, proprio nel rigido protocollo delle fiabe, l’eroe non può tramutarsi in traditore, anzi. Quando la prova viene superata e l’eroe finalmente riconosciuto, dobbiamo per forza partecipare al suo trionfo e alla sua trasformazione (lo Special One della favola riceve il meritato premio per averci liberato da un incantesimo, assume un nuovo aspetto, diventa bellissimo, di solito sposa la figlia del re). Non solo: l’antagonista viene punito e maledetto per gli anni a venire. Dopo la vittoria contro il Bayern, Mou sale su un’auto del presidente del Real Madrid e solo un forte senso di colpa lo costringe a fermarsi e a raggiungere Marco Materazzi per abbandonarsi a un pianto liberatorio.
Il tema dell’eroe e del traditore (dell’eroe che è al contempo l’antagonista) appartiene invece alla più complessa letteratura della menzogna (come ci ha spiegato con maestria Giorgio Manganelli: una finzione totale qual è, nella sua ultima essenza, la letteratura); non ha più nulla da spartire con la favola del calcio. E il trauma sarà tanto più squassante quanto più intenso è stato il rapporto. Non c’è dubbio che Mou abbia fatto molto per l’Inter, soprattutto sul piano motivazionale. Ha saputo infondere ai giocatori un senso di superiorità nei confronti delle altre squadre, liberandoli simultaneamente da ogni complesso di inferiorità, specie nei confronti dei media.
Mentre Fiorentino Perez annuncia l’arrivo del nuovo allenatore, Mou sta mercanteggiando con l’Inter i 16 milioni della clausola rescissoria. Pare abbia chiesto un italianissimo sconto, se non l’annullamento del contratto, per meriti sportivi. Ma sta anche cercando di portarsi via Maicon, Milito e forse Sneijder. L’addio straziante a Materazzi si tramuta subito in una trattativa bottegaia. Succede sempre così. A delitto consumato, il traditore elencherà la lunga serie di motivazioni che lo hanno fatalmente spinto al voltafaccia, mentre il tradito (il tifoso) sottolineerà come la prova migliore della malafede del traditore sia il tradimento stesso.
Un grande tifoso del Real, il madridista Javier Marías ha scritto: «Esser appassionato di calcio non mi impedisce di rendermi conto del carattere malsano e perverso che affligge e governa questo mondo, il quale forse riflette meglio di ogni altro lo sventato spirito competitivo che domina sempre di più le nostre società». Società «civili» e società di calcio”.
Fonte: Corriere.it
La redazione di Calciomercatonews.com
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