TORINO – Un altro mattonicino del processo di calciopoli si sgretola di fronte a una nuova intercettazione scovata dalla difesa di Luciano Moggi. E’ una telefonata, una delle tante che delle oltre 170.000 registrate dagli inquirenti fra il 2004 e il 2005, ma non tenute in considerazone durante le indagini. E’ il 30 maggio 2005, il giorno dopo LecceParma (ultima di campionato, finita 3-3, che obbliga allo spareggio il Parma col Bologna), l’arbitro Rosetti chiama il collega Massimo De Santis, che ha diretto il match, per complimentarsi. Un atteggiamento che va controcorrente alle ipotesi del complotto e dell’esistenza di una cupola che, secondo l’accusa, avrebbe avuto interesse a indirizzare il risultato di quella partita e a condizionare il successivo spareggio con ammonizioni mirate a decimare il Parma con numerose squalifiche.
Rosetti: «Buongiorno. Come stai?».
De Santis: «Bene, va, tutto a posto».
R.: «Secondo me hai arbitrato molto bene, proprio bene».
DS.: «So’ stato un po’ troppo duro, troppo severo».
R:: «Secondo me ci stavano tutte (le ammonizioni, ndr)».
DS: «E’ venuto Cinquini: “questo è un disegno…”».
R: «Disegno, sì… disegno artistico!».
DS: «Episodi non ce ne so’ stati».
R: «Zero, zero… anzi… anzi, ti devo dir la verità, che la punizione quando fanno il primo gol, cioè poteva anche non starci, per dirti no?».
DS: «Sì, perché gli pesta il piede…».
R: «No guarda, hai arbitrato benissimo…».
DS: «Alla fine ho detto “Com’è annata a finì…?”, dice “no, ce l’ho spareggio cor Bologna…”. Afine partita poi ho dovuto ammonì quer deficiente di (incomprensibile, ndr) che ha preso a palla, m’ha buttata davanti e me la butta ‘n tribuna, no?. Mentre andavo via, viene Vignaroli che mi fa: “bravo bravo, sei un fenomeno! Fenomeno!”, a me questo. C’era pure lì Minotti. Ho detto: “Minotti hai sentito?” e ho scritto 40 sul taccuino, il numero. Questo mi fa: “Te lo giuro su mia madre, ti vengo a prendere fino a casa…”. Ame? Ame, Vignaroli? Sono andato l’ufficio indagini, ho detto: “Sentito?” Me lo portano via. Scendo le scalette, lui l’avevano portato via… riscende le scalette, ‘n antra vorta viene incontro: “Se sei ‘n omo m’aspetti fuori…».
Fonte: Tuttosport
La redazione di Calciomercatonews.com