MILANO – Non è la prima indiscrezione, non sarà neanche l’ultima. Il Milan, qui inteso come quote di minoranza da cedere, appetito dal colosso russo Gazprom è diventato il tormentone dell’estate rossonera. La sera del 16 maggio, domenica conclusiva del campionato, fu Fabio Caressa di Sky a lanciare la notizia vestita da indiscrezione, con pochissimi dettagli e molta fede nella fonte, giudicata affidabilissima. Non parlò di Gazprom ma di un investitore russo generico: ricevette a stretto giro di agenzia, dopo neanche una mezz’ora, la smentita del sito ufficiale del club berlusconiano. «Notizia destituita di ogni fondamento» la dizione che di solito accompagna l’intento di chiudere la porta in faccia a qualsiasi illazione giornalistica. Venerdì scorso, 21 maggio la data, a poche ore dalla finale di Madrid, è stato Libero a rilanciare lo scenario, aggiungendo all’interesse per il Milan anche quote relative al paniere Fininvest.
Pure qui smentita secca, questa volta di Fininvest che è la società che ha nel proprio portafoglio le azioni rossonere. Niente, il tam tam non si è esaurito. Anzi è montato fino a occupare la prima pagina di ieri mattina della Gazzetta dello Sport tornato a bomba sull’argomento con una impostazione diversa: interesse e non già trattativa di Gazprom per diventare azionista del Milan, con quote tra il 25 e il 30%, quotate intorno ai 180 milioni di euro. Reazione identica: in silenzio il sito del Milan, in azione il portavoce di Gazprom, Sergey Kuprianov. «Non c’è alcuna trattativa di questo genere in atto» il comunicato. Seguìto a stretto giro di agenzie da quello di Fininvest dal contenuto laconico: «Nulla da aggiungere rispetto alla secca smentita di venerdì scorso». Come dire: cos’altro possiamo aggiungere?
Fine del tormentone? Neanche a pensarlo. Per una serie di motivi: 1) perché in ambienti molto vicini al premier Berlusconi, lo scenario, e cioè l’ingresso del colosso russo nell’azionariato rossonero viene considerato molto credibile e proprio ieri sera Paolo Berlusconi, vicepresidente del club, ha ammesso: «Mio fratello prenderebbe in considerazione offerte interessanti; 2) perché Adriano Galliani, «io sono il controllato, non parlo di questi argomenti», è rimasto ai margini della vicenda; 3) perché se più voci rimbalzano da un giornale all’altro, e sono dello stesso tipo, provenienti da circuiti diversi, è segno che c’è qualcosa o tanto di vero. «Io non commento ma se circolano queste voci vuol dire che il calcio italiano ha una forte capacità attrattiva» la chiosa di Maurizio Beretta, presidente della Lega calcio.
L’ultima indiscrezione ha provocato più di una scossa nel mondo depresso dei milanisti. Ha autorizzato persino sogni di gloria e illusioni di colpi in canna sul mercato, come ai vecchi tempi quando il Cavaliere partiva per l’Olanda e tornava con il contratto di Gullit in tasca. L’oggetto del recente desiderio milanista è diventato Zlatan Ibrahimovic, messo sul mercato dal Barcellona, ma intrappolato al momento sia dal proprio stipendio (tra 9 e 10 milioni di euro netti a stagione) che dalla richiesta del club catalano, 50 milioni di euro, impraticabile persino per il Manchester City che ha uno sceicco in sede. Tra i sogni e la realtà attuale del piano confezionato da Galliani (bilancio alla mano: chiusura del 2009 a meno 10 milioni, chiusura del 2010 prevista a meno 30 milioni, ndr) e approvato da Berlusconi nella serata di villa Gernetto, c’è di mezzo un oceano. L’ha capito anche Ernesto Bronzetti, un vecchio amico del Milan, che si è presentato ieri sera in via Turati quale nuovo agente di Amauri, per proporre il trasferimento in rossonero dell’italo-brasiliano. Ha ricevuto un secco no: respinto con gravi perdite, insomma. E non è stato l’unico. Anche a Favalli, 38 anni nel prossimo torneo, raccomandato dallo spogliatoio, a malincuore, è stata raccontata la realtà: non potrà essere inserito nella lista dei difensori centrali. Sono già tanti, troppi addirittura: Nesta, Thiago Silva, Bonera, Yepes, Onyewu, Kaladze e il giovane Albertazzi, fanno in totale sette. Kaladze, con un anno di contratto in canna, ha fatto sapere che non vuole saperne di cambiare indirizzo mentre Oddo si è detto disposto ad accogliere un eventuale trasferimento. Interrogativo sul conto di Jankulovski che già a gennaio ha addirittura detto no a un conveniente biennale propostogli dall’Inter, interessata allo scambio con Mancini.
Ecco allora il piano attuale, al netto dell’intervento russo, del Milan: ancora lacrime e sangue. Con la promessa di un eventuale colpo.
fonte: ilgiornale.it
La Redazione di Calciomercatonews.com
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