NAPOLI – Difendere il passato di designatore e arbitro internazionale, mandato al macero dell’opinione pubblica nell’estate di Calciopoli nel 2006: è la controffensiva di Pierluigi Pairetto, uno degli imputati principali del processo di Napoli.
Ora che tocca ai difensori degli imputati affondare i colpi, Pairetto – per lunghi mesi silente e discosto dall’agone processuale – si fa vivo: l’ha fatto chiedendo anche lui l’ammissione di una ventina di telefonate ritrovate nel mare magno delle 171 mila intercettazioni; lo sta facendo cercando coi legali di Moggi di decrittare alcuni cd contenti proprio le sue telefonate («con dirigenti di tutte le squadre, altro che esclusiva con Moggi»); lo fa portando lui per primo e i suoi legali (Sena e Bonatti) una ventina di testimoni che sono – sostanzialmente – quasi tutti arbitri.
Insomma per uscire dallo scandalo arbitrale più colossale (mediaticamente: in Germania e Cina hanno combinato cose peggiori per soldi i fischietti, ma con meno enfasi) della storia, Pairetto chiede all’Aia di resistere alle domande dei pm. Con Pairetto e i suoi testimoni, probabilmente si traguarderà l’estate per riprendere il lavoro di ascolti dei testi in aula ad ottobre, probabilmente con le audizioni richieste dalla difesa di Moggi.
(Fonte ‘Tuttosport’)
La Redazione di www.calciomercatonews.com
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