MILANO – L’Inter termina l’annata con un impresa storica: vince la Champions dopo 45 anni e trionfa in tutte le competizioni alle quali ha partecipato. Gli sforzi di Massimo Moratti sono stati ripagati come mai nessuno avrebbe immaginato alcuni anni fa. Ora sono finiti i sorrisini ironici, le frecciatine sarcastiche per l’acquisto di giocatori poco funzionali. Quest’uomo, che ha ereditato dal padre una grande passione per questo sport, vede totalmente ripagati il suo impegno, la generosità e l’amore per l’Inter. Da persona intelligente ha tante conoscenze: ora è un grande presidente. Gli rimane solo da migliorare il disavanzo eccessivo fra costi e ricavi. L’ingaggio geniale di Mourinho, sostenerlo in qualsiasi diatriba e la rivoluzione dell’anno scorso hanno certificato l’affermazione di Massimo Moratti come dirigente illuminato. Ora però lo attendono decisioni ancora più difficili che richiedono altrettanta innovazione e intuizioni. Sostituire un grande conduttore come Mourinho non sarà semplice. Non esiste un clone di questo straordinario personaggio. Mou nell’Inter è stato più di un tecnico: ha collaborato con il club negli acquisti, ha dettato le regole della convivenza, ha risolto con intelligenza, equilibrio e coerenza i contrasti giornalieri. Si è conquistato la stima e fiducia dei giocatori attraverso il lavoro e l’impegno. Moratti dovrà dare fondo a tutte le sue esperienze e conoscenze per trovare l’alternativa all’altezza. Occorrerà un’altra intuizione e un sostegno come è stato fatto con Josè. L’allenatore senza l’aiuto e la collaborazione del presidente perde autorevolezza, idee, tranquillità e coraggio. L’identikit del nuovo tecnico dovrebbe essere una persona con un grande progetto. Un tecnico che sappia dare alla squadra un copione innovativo che catturi attenzione e stima dei giocatori e simpatia dei tifosi. Un uomo dalle idee chiare, con capacità didattiche e dialettiche. Capace di dare un identità di gioco convincente e divertente. Vincere di più sarà difficile, ma giocare un football armonioso deve essere l’obiettivo. Il club nerazzurro non cada nella tentazione di proseguire sulla strada presa da Mou, si rischia di peggiorare. Perché Josè è unico. Moratti si preoccupi di trovare un allenatore che sappia insegnare calcio e lo aiuti ingaggiando i giocatori più funzionali per il nuovo gioco: come ha fatto l’anno scorso quando ha cambiato sei uomini di una squadra campione d’Italia. Se l’Inter vorrà rimanere ad altissimi livelli dovrà proseguire con l’innovazione. L’errore sarebbe vivere nel passato e nella gratitudine. Il rapporto dovrà essere professionale. Squadra che vince si cambia in tutti quegli elementi meno adatti per il nuovo progetto.
Fonte: Gazzetta dello Sport
La redazione di www.calciomercatonews.com
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