“Le sue preoccupazioni sono legittime. Ma finchè il Milan non uscirà dalla contraddizione che nasce tra ciò che vorrebbe essere e ciò che è, tutto sembra inutile. Mi spiego: il Milan (cioè Berlusconi e, forse, Galliani) ritiene di essere sempre una delle cinque squadre più forti del mondo. E scarica sull’allenatore la colpa delle mancate vittorie. Se invece si accettasse il fatto che il gruppo è vecchio, logoro, troppo costoso, pieno di bandiere sgualcite, almeno potrebbe essere avviata una seria politica di rinnovamento, anche a costi bassi, ma almeno coerente. Se si accettasse, per esempio, l’idea che una squadra nasce e prospera attraverso un progetto condiviso con l’allenatore, si potrebbe progettare davvero il futuro. Invece la panchina viene assegnata con logiche assurde: il Milan ai milanisti. Ma che senso ha? Era milanista Mourinho? Era juventino Lippi? Van Gaal era del Bayern? Ecco, l’infausta conclusione del progetto-Leonardo e l’approssimazioni in cui al Milan in questi giorni si discute del prossimo tecnico, non fanno presagire nulla di buono. Al di là delle pessime notizie sugli investimenti futuri“.
Fonte: Qsvs.it
La redazione di Calciomercatonews.com
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