MILANO – Se domenica sarà festa scudetto, si tratterà comunque di un evento soft. Estemporaneo, organizzato all’ultimo momento: qualunque decisione, sempre che si decida di fare qualcosa, verrà presa sulla strada del ritorno da Siena, nel tragitto che porterà l’Inter in pullman fino a Pisa e poi sul volo che atterrerà come sempre a Malpensa. Scaramanzia, certo. Ma anche qualcosa di più, perché in realtà l’organizzazione non è semplicemente tenuta segreta come accaduto in occasione dei precedenti scudetti: il fatto è che non è stato proprio studiato nulla. E nulla è stato prenotato: né il pullman scoperto per il giro in città né il ristorante dell’hotel di fiducia per una mega cena con brindisi, tanto meno lo stadio aperto per il bagno di folla (per quello, nel caso, ci sarà tempo dopo Madrid). E comunque, se in extremis si deciderà di festeggiare, non si prescinderà dal fatto che sei giorni dopo l’Inter si giocherà la Champions League a Madrid. C’è un precedente che aiuta a capire: un anno fa, quando l’Inter si ritrovò campione d’Italia già il sabato sera grazie alla sconfitta del Milan a Udine, la squadra faticò non poco a convincere Mourinho a dare l’okay per lasciare la Pinetina e andare a festeggiare in città. L’Inter-Siena del giorno dopo di fatto non contava più nulla, ma la filosofia del tecnico non prevede il concetto di partita totalmente inutile. Stavolta, per il portoghese, sarà molto più facile convincere la squadra sull’opportunità di restare il più possibile concentrati sull’obiettivo successivo. Per una festa più grande ci sarà tempo, se tutto andrà bene: e varrà anche per lo scudetto.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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