MILANO – Nelle agenzie e nei siti online il Mondiale di calcio è già cominciato. È quello delle scommesse sulle partite in programma dall’11 giugno all’11 luglio nel lontano Sudafrica. Mai come in questa circostanza Aams ha battuto i tempi pubblicando, fin dal giorno del sorteggio, un palinsesto che s’è ampliato al punto tale da comprendere 354 tipologie diverse di scommesse. C’è solo da sbizzarrirsi per mettere in discussione competenza e fortuna, basta che i concessionari offrano il pacchetto al gran completo. Si può giocare non solo sui risultati degli incontri, il numero dei gol e chi vincerà la coppa, ma anche sui cartellini rossi, i marcatori, i minuti dei gol divisi in sei fasce, i rigori, perfino i convocati. In Sardegna, per esempio, s’è puntato parecchio sull’ingresso di Cossu fra i 23 di Lippi. A Palermo va di moda Miccoli.
Di ogni girone della prima fase è possibile pronosticare vincente, promozioni ed eliminazioni, miglior attacco e miglior difesa, capocannoniere, numero dei gol segnati. Il programma permette di giocare anche sugli accoppiamenti della fase a eliminazione diretta e sui piazzamenti di ogni nazionale.
Al solito le scommesse sul risultato finale (1, X, 2 per intenderci) faranno la parte del leone, normalmente incidono per il 60% sul totale. Atteso un incremento nel gioco online che incassa 30 milioni al mese e piace sempre più agli italiani. Nei due precedenti Mondiali la raccolta fu di 84 milioni nel 2002 e di 201,5 milioni nel 2006. In questa edizione Aams si attende una cifra sicuramente superiore ai 300 milioni. Ma i provider puntano molto più in alto partendo dal presupposto che le scommesse sportive movimentano all’incirca 450 milioni al mese e che il gioco sarà facilitato dalla mancanza di fuso orario.
In palinsesto non figurano le scommesse virtuali che si basano su incontri ipotetici, ma tengono conto del numero dei gol segnati realmente dalle squadre prese in considerazioni. E il motivo è semplice. Questa tipologia di gioco piace molto agli scommettitori ippici e di conseguenza avrebbe drenato ulteriore denaro dal movimento ippico che non riesce a decollare. A questo riguardo Aams aspetta lumi dalla «nuova» Unire. Ma la ricetta è semplice: meno corse in calendario, ma più competitive e più partecipate in nome di una qualità che raramente si affaccia sugli ippodromi d’Italia. Bisogna poi domandarsi se vale ancora la pena alzare veti contro la possibilità di scommettere sui gran premi in programma fuori dall’Europa, in particolare negli Stati Uniti o in Australia. Le gare americane compaiono, a dir tanto, un paio di volte all’anno. Troppo poco per incentivare la ripresa delle scommesse ippiche che non riescono ad attirare le nuove generazioni come invece sta verificandosi nel comparto sportivo.
Fonte: Il Giornale
La redazione di Calciomercatonews.com