ROMA – Gian Paolo Montali rischia di essere la prima vittima dell’affaire-Totti. Non ha dato il calcione a Balotelli, ma ha una grande colpa agli occhi di chi lo sta osteggiando da diverso tempo: vuole far diventare la Roma una società di respiro internazionale, con orizzonti ben più ampi del Raccordo Anulare. Il pretesto è arrivato con le dichiarazioni sul fallo di Totti, successivamente rettificate dopo le pressioni della società. Montali ha detto che «il gesto non è da Roma» ed è stato un complimento alla Roma, ma il mondo romanista, a cominciare dai vertici della società, ha interpretato questa dichiarazione come un’offesa a Totti. Montali ha fatto marcia indietro ed è molto triste che un uomo di sport come lui sia costretto a piegarsi a certe logiche.
Montali ha lanciato una sfida dal primo giorno: modernizzare la Roma. Qualcuno, soprattutto chi è stato oscurato dal suo arrivo, gli ha fatto subito la fronda. «Quanto parla…». Montali ha cercato di avviare un dialogo con Totti, di cui ha una buonissima idea. «È un ragazzo d’oro, ma andrebbe gestito meglio». Montali non ha voluto avere rapporti con guru radiofonici dal linguaggio violento e volgare, molto vicini alla Roma. Ha cercato di scardinare logiche consolidate. Da due giorni, nel frullatore dell’etere c’è anche lui. È entrato in rotta di collisione con Totti ed hanno cominciato a scaricarlo. Qualcuno, in società, brinderà al suo addio. Altro che futuro: a Roma vince sempre Nerone.
Fonte: La Gazzetta dello Sport
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