ROMA – Ha parlato oltre 40 minuti stamattina l’avvocato Gian Michele Gentile ai microfoni di Sei Volte Buongiorno su Radio Sei. Reduce da Napoli, dove martedì scorso ha assistito alla deposizione del giudice Cosimo Maria Ferri, il legale della Lazio ha affermato: “Se su Bergamo non emergeranno responsabilità in merito alla sua eventuale partecipazione nell’alterare le partite della Lazio, la società chiederà la revocazione del processo sportivo del 2006”. La revocazione, la cui richiesta andrà rivolta alla Corte di Giustizia Federale, consente di modificare una sentenza definitiva qualora con nuove prove si possa dimostrare che la stessa sia stata basata su fatti falsi, inattendibili. Proprio in merito alla causa biancoceleste, nel procedimento in corso a Napoli gli arbitri Domenico Messina (arbitro di Lazio-Parma) e Gianluca Rocchi (Chievo-Lazio) sono stati assolti per non aver commesso il fatto, così come l’ex numero 1 della Figc, Franco Carraro, è stato prosciolto. Non solo, il Gup Di Gregorio, nel dispositivo relativo ai due direttori di gara, afferma che le due partite in oggetto non sono state alterate. Gentile ha poi precisato come “Rocchi e Messina abbiano smentito ogni contatto con i designatori, inoltre, i giocatori delle due partite, sentiti, hanno smentito ogni sensazione o percezione di partita inquinata”. Quindi, la catena di comando ipotizzata dalla Procura federale nel 2006, “Carraro spinge sui designatori per aiutare la Lazio, i designatori chiamano gli arbitri, gli stessi dirigono pro-Lazio”, di fatto non starebbe in piedi. “Ascolteremo la deposizione di Bergamo – continua deciso Gentile – e se non emergeranno fatti concreti che provino atti illeciti, ovvero, se verrà dimostrato che mai Bergamo ha provato a condizionare i direttori di gara ad agio della Lazio, allora come società chiederemo la revocazione del procedimento perché le prove su cui si fonda la condanna sportiva, in sede penale si sono rivelate inattendibili”. Tornando alla deposizione del giudice Ferri, Gentile ricorda che il “teste riferisce su fatti e su impressioni”, ribadendo come il magistrato – sentito come testimone dai pm partenopei – martedì scorso abbia precisato che le ipotesi di combine Mazzini-Lotito fossero solo “impressioni, sensazioni, senza alcun fondamento concreto o fatto a cui lui avrebbe assistito personalmente”. Per chiudere il cerchio di Calciopoli manca solo Innocenzo Mazzini, imputato a Napoli per associazioni a delinquere per frode sportiva. “Su Mazzini non ci sono prove, all’epoca dei fatti parlare con il vicepresidente della Figc non era un reato – ricorda ancora l’avvocato – Se non sarà mostrato nulla di diverso dalle telefonate fatte con Lotito, ovvero se non ci saranno prove di un suo concreto tentativo di alterare le partite, la sua posizione non muta quella della Lazio”. Tornando alla revocazione, se la Corte di Giustiza Federale dirà si all’istanza, e se la Lazio otterrà la revocazione, a quel punto la Lazio, per i danni subiti dalla mancata partecipazione alla Coppa Uefa 2006/2007, potrebbe chiedere il risarcimento in sede civile. Infine, quando gli viene chiesto “perché la Procura di Napoli non ha trasmesso tutti gli atti alla Figc”, la risposta è lapidaria: “Trascuratezza oppure favoritismo, ma a quest’ultima ipotesi non voglio neanche pensare”.
fonte: lalaziosiamonoi.it
La Redazione di Calciomercatonews.com