ROMA – Un altro psicodramma. Un classico, ormai, per la Lazio dell’ultimo decennio. Arriva l’Inter e l’ambiente biancoceleste si spacca sul «da farsi». Vincere, o anche pareggiare, significherebbe mettere le mani su una salvezza che è più vicina dopo la vittoria di Genova, ma non ancora sicura. Fermare l’Inter, però, vorrebbe anche dire regalare lo scudetto alla Roma. E allora i conti non tornano. Dipendesse dai tifosi il problema non si porrebbe neanche. «Che facciamo domenica? Niente di particolare. Ce ne andiamo tranquillamente in curva con i nostri amici interisti (le due tifoserie sono gemellate da anni, ndr) a tifare per l’Inter» dice un sostenitore intervenendo in una delle trasmissioni radiofoniche di marca laziale. Una provocazione, ma neanche poi tanto. Perché il popolo laziale vede ovviamente col terrore l’ipotesi di un tricolore romanista. «E poi loro cosa hanno fatto quando eravamo noi a lottare per lo scudetto?» fa notare un altro. La tifoseria ha già scelto, quindi. Fu così anche due anni fa e, ancor di più, il 5 maggio del 2002. Quel giorno i laziali avevano chiesto ai propri giocatori di perdere (per lo scudetto in lizza c’era anche la Roma oltre all’Inter e alla Juve, che poi lo vinse): i biancocelesti s’imposero però per 4-2. Stessa storia due anni fa. Non era l’ultima giornata, ma la rimonta della Roma sui nerazzurri era in pieno atto. Anche in quell’occasione la Lazio «tradì» i suoi tifosi, pareggiando 1-1. Ma alla fine, come nel 2002, lo scudetto non andò alla Roma.
I precedenti, però, non frenano il furore dei tifosi. «Domenica avete la possibilità di salvare la stagione – si è rivolto così a Cristian Ledesma un tifoso nel blog che il calciatore ha con i propri beniamini – Dovete perdere contro l’Inter e poi tutti a festeggiare con il pollice verso…certe cose non si dimenticano». Ledesma, ovviamente, non ha raccolto, anche se si è lasciato scappare un «questo è un grande lunedì», riferito alla vittoria della Lazio a Marassi, ma probabilmente anche alla sconfitta della Roma. Nello spogliatoio laziale, peraltro, non si prende neppure in considerazione l’ipotesi di fare un dispetto alla Roma, anche se nessun giocatore ha digerito il pollice verso di Totti dopo il derby. Più che uno sfottò lo hanno ritenuto una grave mancanza di rispetto da parte di un collega («in quel modo stava augurando la retrocessione anche a noi» la sintesi del pensiero dei giocatori biancocelesti). Da parte di tecnico e società, poi, l’ordine è perentorio: i punti salvezza vanno fatti al più presto. «Contro l’Inter non perderemo», è sicuro Edy Reja. «Per noi questa sfida deve essere come una finale» rincara la dose Lotito. Il presidente non si augura certo uno scudetto della Roma, ma ha mille motivi per fare un dispetto a Moratti. Dal caso-Pandev alla trattativa Ledesma, fino allo «scippo» (non ancora ufficiale) del giovane Faraoni sono davvero tanti i conti in sospeso con la società nerazzurra. E allora lo psicodramma laziale diventa ancora più ingarbugliato.
Fonte: Gazzetta dello Sport
Daniele Berrone – www.calciomercatonews.com
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