MILANO – Era nell’aria una partita così, di quelle che giochi bene e perdi e in una volta sola paghi tutto quello che per tanto tempo hai avuto. L’Inter torna in testa, la Roma si smarrisce, il Milan scompare, il calcio torna di colpo il gioco normale e confortante che è sempre stato. Nessun sovvertimento di valori, nessuna rivoluzione sentimentale. La buona vecchia vittoria della forza e dell’abbondanza. Difficile adesso possa cambiare qualcosa. Il doppio colpo della Samp all’Olimpico ha un sapore definitivo.
Che l’Inter fosse più forte non è mai stato dubbio. Ci sono stati durante la stagione alcuni esperimenti tattici che le hanno però allontanato il traguardo. Ranieri e Leonardo hanno avuto entrambi il compito di costruire un gioco accelerato. A velocità normale, con raziocinio quotidiano, l’Inter non era battibile. Ha pesato moltissimo alla fine l’architettura di Ranieri, forse più fortunato anche nella gestione degli assenti, forse con una qualità media più alta e continua. La Roma è stato un prodigio per come ha dato ordine all’anarchia, nessun vero schema, solo l’uso ragionato, quasi cavilloso, delle qualità dei singoli. Ranieri li ha compressi e allargati sul campo come fossero gomma. Erano in realtà il miglior talento che c’era. Solo un po’ meno gruppo, un po’ meno squadra, un po’ meno organizzati dell’Inter di Mourinho.
Per cercare regolarità geometrica a una squadra di gesti istintivi, Ranieri le ha messo addosso il 4-4-2, il gioco più semplice e naturale che c’è. In sintesi, voleva dire andate e giocate come vi viene, ricordatevi solo di rispettare qualche riferimento, nemmeno troppi perché da anni i riferimenti sono i limiti della Roma. Alla fine è diventato tutto uno spettacolare modo di perdere; un modo sottile, inquieto e anche ingiusto di buttare via una stagione in una sera.
La classifica è corretta, è in testa la squadra più forte, quella che in tutto ha i parametri migliori: investimenti, forza, tecnica, deficit, programmazione. La brillantezza della Roma alla fine è servita solo a restituire regolarità alla corsa dell’Inter, per tre mesi affannosa e distratta. È giusto che si avvii a vincere anche questo campionato. La Roma e a tratti il Milan hanno giocato nel modo sconsiderato e fanatico con cui devono giocare i meno forti. Forse la Roma non ha perso troppo ieri notte. Forse aveva solo vinto troppo nelle 24 partite precedenti. Forse è semplicemente vero che la ricreazione finisce sempre. Arriva una campanella e tutto ritrova il suo equilibrio. Dentro questo mondo che torna restano comunque novità importanti: la crescita europea dell’Inter. L’arrivo di un nuovo grande centravanti (Pazzini), la sorpresa zingaresca di un nuovo fuoriclasse (Ménez), il destino solido di Ranieri e Delneri. La sostanza di nuovi grandi club (Samp, Palermo, Napoli). E, in lontananza, la nuova Juve.
Fonte: corriere.it
La Redazione di Calciomercatonews.com
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