MILANO – Aveva detto Mourinho il 23 novembre, alla vigilia di Barcellona-Inter, chiusa sul 2-0 per i catalani, con una straordinaria lezione di calcio. «Il Barça è un prodotto finito, l’Inter no. E non so di quanto tempo avremo bisogno per raggiungere quella dimensione». Il tempo è stato breve: 5 mesi. Ora anche l’Inter è un prodotto finito.
Cinque mesi dopo, la stessa formazione non è più la stessa squadra. Ha un’anima, uno spirito, una personalità, una forza di nervi, poi anche un gioco, a tratti scintillante, ma non è l’aspetto predominante. Mourinho ha cambiato la testa dell’Inter, l’ha trasformata in gruppo. Ha messo al centro la sua idea e intorno i suoi giocatori che, attingendo al pensiero, alla sicurezza e al carisma del proprio allenatore, si trasformano in un blocco unico.
Sei vittorie a fila in Champions hanno aiutato in questo rapido processo di evoluzione, in realtà la vittoria sul Barcellona è solo l’ultima gemma di questa incredibile collana.
La prima, quella decisiva, è stata messa nella notte di Kiev. Quella sera l’Inter ha capito di essere un’altra.
Fonte: Corriere dello Sport
Daniele Berrone – www.calciomercatonews.com