TARANTO – «Le massime istituzioni italiane, in complicità con il Coni, mi hanno frodato due volte: non pagandomi una vincita legittimamente riconosciuta da un Tribunale Italiano e togliendomi tutti i soldi che in 30 anni di battaglie giudiziarie ho speso dopo averli guadagnati onestamente». Lo ha detto all’ANSA Martino Scialpi, 59enne di Martina Franca (Taranto) che nel novembre del 1981 realizzò un 13 al Totocalcio da oltre un miliardo di lire, ma non ha ancora incassato la vincita perchè la titolare della ricevitoria in cui fu fatta la giocata perse la matrice della schedina «e il Coni scarica ogni responsabilità». Domani, dinnanzi al gip del tribunale di Roma Mario Frigenti, si terrà l’udienza in cui sarà vagliata l’opposizione alla richiesta di archiviazione dell’ultima inchiesta penale originata dalle denunce di Scialpi. Lo scommettitore ha querelato sei persone (la titolare della ricevitoria e i vertici del Coni nazionale) con le ipotesi di reato di associazione per delinquere, truffa, frode processuale, calunnia e falsa testimonianza, chiamandole in causa anche in sede civile. Scialpi fa presente che una doppia perizia ha stabilito che i rappresentanti del Totocalcio hanno esibito un documento, inerente la cessione dell’attività di ricevitore da un proprietario all’altro e quindi del rilascio della concessione, risultato manipolato. «E questo basta – sostiene – per far scattare la responsabilità extracontrattuale del Coni».
La Redazione di www.calciomercatonews.com
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