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Ziliani durissimo contro la Juventus: “Qualcuno faccia mea culpa, società non all’altezza”

MILANO – A 4 giornate dalla fine, la Juventus di Jean Claude Blanc – che dopo la sua elezione a presidente aveva parlato di 3° stella da appuntare sul petto in caso di scudetto – si ritrova, incredibile ma vero, settima in classifica: questo significa che dopo aver abdicato alla speranza di vincere il titolo, i bianconeri hanno via via dato l’addio ad ogni traguardo di minor cabotaggio si profilasse in sostituzione di quello appena sfumato. Fuori dalla lotta-scudetto e dalla Champions League, fuori dalle prime 3 piazze e dall’Europa League, la Juventus si è quasi vergognata di trascorrere i suoi ultimi mesi lottando per un obbiettivo minimo come il 4° posto valido per accedere al preliminare di Champions. E invece: siccome la realtà, in questa inenarrabile stagione degli orrori bianconera, è stata superiore ad ogni fantasia, la Juve non solo si ritrova praticamente fuori dalla lotta per il 4° posto, che a questo punto diventa una questione privata tra Sampdoria, sopra di 6 punti, e Palermo, sopra di 5 (4 + 1 per vantaggio nei confronti diretti), ma se il campionato finisse oggi si ritroverebbe esclusa anche dall’Europa League. Al 6° posto c’è stato infatti il sorpasso del Napoli che adesso in classifica ha 2 punti più della Juve (1 + 1 per vantaggio nei confronti diretti) e 3 partite abbordabili come Cagliari in casa, Chievo fuori e Atalanta in casa prima dell’ultimo, durissimo match in casa della Sampdoria. E così: mentre gli allenatori di cui Blanc si è liberato manco fossero lebbrosi stanno vincendo lo scudetto in Francia (Deschamps a Marsiglia) e lo scudetto in Italia (Ranieri alla Roma), la Juve del Progetto-Blanc, la Juve nata dal “patto della focaccia” siglato con Lippi a Recco nell’aprile di un anno fa, sta miseramente e drammaticamente colando a picco. Nella migliore delle ipotesi, la Juventus un altr’anno si schiererà ai nastri di partenza di quel tristissimo torneo che è l’Europa League; ma perché succeda occorre un miracolo. Innanzitutto perché il Napoli difficilmente si farà scappare l’occasione di arrivare 6° – anzi: di qui alla fine ha addirittura una piccola speranza di fare filotto e arrivare 4° -; in secondo luogo perchè il clima di sbando e smobilitazione che si respira in casa-Juve, con Buffon che aspetta di andarsene, Diego che cerca un acquirente e Del Piero che sogna il mondiale (sic), non promette niente di buono.

In una qualsiasi azienda che non sia un club di calcio, un dirigente capace di compiere gli sfracelli e le nefandezze inanellate da Blanc alla Juventus, verrebbe accompagnato alla porta, liquidato e messo in condizione di non nuocere. Alla Juventus invece no. Nonostante gli uomini scelti dal presidente (e amministratore delegato, e direttore generale) Blanc abbiano trasformato il club in un’Armata Brancaleone, la super-visione di Lippi si sia rivelata una sciagura, la scelta di Ferrara al posto di Ranieri ridicola e il rimedio di Zaccheroni tardivo e inutile, la Juventus sta chiudendo la stagione degli orrori 2009-2010 e programmando la stagione 2010-2011 con le stesse persone e le stesse teste che hanno avuto le idee meravigliose che tutti ricordiamo. Jean Claude Blanc e Alessio Secco e Roberto Bettega (salito sul carrozzone in corsa come consigliere personale del presidente), gli uomini che hanno portato alla Juve Cannavaro e Grosso, Diego e Melo, Ferrara e Zaccheroni (e Paolucci: dimenticavamo), sono sempre lì, saldi in tolda di comando, e la domanda che sorge spontanea è: di quali misfatti dovrebbero macchiarsi, ancora, perché la proprietà li metta nelle condizioni di togliere il disturbo e passare la mano?

La Juventus fuori dalla Champions League significa, per prima cosa, un danno economico spaventoso: tra mancati introiti Uefa e televisivi, minor gettito degli sponsor e deprezzamento del parco giocatori, il danno è stato calcolato in 50 milioni circa. Forse qualcosa di più. Ma non c’è, naturalmente, solo il danno economico. La Juve fuori dalla Champions Leaague, e forse anche dall’Europa League, significa appeal del club ridotto a zero, nessuna voglia di venire a Torino di campioni stranieri, difficoltà massima nel convincere un allenatore di prima fascia – vedi Benitez – a sposare un progetto di rinascita incerto, lungo e faticoso. A meno di non aprire i forzieri del club per ricoprire d’oro l’uomo della tanto agognata rinascita.

Domanda: che sta facendo John Elkann? Sta forse dormendo? Se è vero che stipendia Blanc a 2,5 milioni di euro a stagione, come giudica i risultati ottenuti dal manager francese che tanto bene fece al Roland Garros e al Tour de France? Gli sembrano buoni? Evidentemente sì, se è vero che la Juve sta programmando la stagione 2010-2011 con lo stesso gruppo dirigente di adesso: Blanc-Bettega-Secco. Dopo aver cacciato Ranieri e assunto Ferrara, cacciato Ferrara e assunto Zaccheroni, e dopo aver dilapidato una fortuna per portare a Torino Melo e Diego, adesso Blanc & company lavorano al nuovo progetto. Che ogni anno nasce e subito abortisce. In quattro stagioni, sulla panchina della Juve si sono succeduti 5 allenatori: Deschamps, Corradini, Ranieri, Ferrara, Zaccheroni. Ora è in arrivo il sesto. Che Dio ce la mandi buona, dicono i tifosi.

Qualcosa non quadra. La Juve sta andando incontro al più clamoroso naufragio della sua storia a parte Calciopoli, ma trovare un colpevole è impossibile. È stata colpa dell’inesperienza di Ferrara? O dei consigli poco ispirati di Lippi? Oppure di chi ha avuto la doppia idea (quella di Lippi e Ferrara, appunto) e cioè Blanc? O magari, visto che anche Blanc è stato scelto, la colpa alla fine è della proprietà, e cioè di John Elkann?

Forse, a chi ha a cuore le sorti della Juventus basterebbe un nome. E una lettera di dimissioni.

fonte: paoloziliani.it

La Redazione di Calciomercatonews.com

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