ROMA – Sotto di un gol e di due punti all’Inter, ma soprattutto mai in partita nei primi 45’, Ranieri sorprende tutti togliendo il capitano di sempre e quello del futuro. Mossa tanto audace quanto rischiosa, per le ripercussioni in caso di sconfitta, che conferma una scomoda verità. Nel calcio, a qualsiasi livello, l’equilibrio conta più dei nomi, la cui importanza è direttamente proporzionale al condizionamento psicologico che può esercitare sui tecnici. In questo caso, il fascino del tridente Totti-Vucinic-Toni, invocato da tutti prima, si trasforma in un azzardo tattico poi, perché la Lazio per un tempo è padrona del centrocampo, grazie anche all’irriconoscibile De Rossi. Ritrovato l’equilibrio con Taddei e Menez, la Roma viene graziata da Floccari che spara sul bravissimo Julio Sergio il rigore del possibile 2-0. Poi la doppietta di Vucinic, in 10 minuti, allunga a 6 il numero di vittorie consecutive (in una serie di 24 partite senza sconfitte) dei giallorossi che lottano fino all’ultimo secondo come lupi assatanati, per sbranare due prede in una volta: la Lazio in campo e l’Inter davanti alla tv. L’ultima ciliegina tattica di Ranieri, che non si vergogna di far entrare un altro centrocampista, Brighi, al posto del goleador Vucinic, diventa così la felice sintesi dell’esaltante campionato della Roma, capace di rimontare 14 punti ai campioni d’Italia, senza smettere mai di stupire. Adesso è tutto più difficile per l’Inter, anche perché dopo la trasferta a Barcellona giocherà proprio in casa della Lazio che non è ancora salva e le ha già strappato la Supercoppa italiana a Pechino, primo titolo perso da Mourinho. Ma in attesa di andare all’Olimpico, Zanetti e compagni dovranno liquidare l’Atalanta, altra squadra che si sta battendo disperatamente per non retrocedere. Anche la Roma, però, rischierà contro le vecchie conoscenze Delneri e Cassano, soli al quarto posto con vista Champions, dopo aver spento le ultime speranze da scudetto del Milan, in inferiorità numerica nella ripresa per l’espulsione di Bonera. Per il quarto posto Champions, però, continuano a sperare anche il Palermo, che passa dallo 0-2 al 2-2 a Cagliari, e il Napoli lanciato dalla doppietta di Lavezzi a Bari. Non spera quasi più, invece, la Juventus mai così lontana (6 punti) dal traguardo minimo di una stagione minima. Classico esempio di capolavoro al contrario. E ogni riferimento a quello di Ranieri non è puramente casuale.
Fonte: Gazzetta dello Sport
Daniele Berrone – www.calciomercatonews.com
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