TORINO – La vicenda di Reggio Calabria, quella dell’arbitro Paparesta chiuso nello spogliatoio, è legata ad una delle puntate delle sim svizzere. Il 7 novembre 2004, il giorno dopo Reggina-Juventus, l’ex arbitro telefona all’allora dg della Juventus. “Avevo visto partire una campagna mediatica per escludermi dal mondo arbitrale e ho cercato di abbassare i toni “. Le due telefonate, finite agli atti, con Moggi vengono fatte con le celebri schede svizzere e ottenute attraverso intercettazioni di rimbalzo: secondo l’accusa è la prova che Paparesta fa parte della cupola, ma l’ex arbitro si difende sostenendo che non appartengono a lui bensì al padre Romeo, un ex arbitro e dirigente, che svolge anche la mansione di consulente per Moggi. Paparesta padre tiene sotto controllo tutti gli arbitraggi e informa l’ex dg bianconero su errori arbitrali a favore o sfavore delle dirette concorrenti. Proprio per questo legame, Moggi consegna una delle sim svizzere a Paparesta senior, il quale spera in un aiuto di Lucianone per diventare disegnatore arbitrale in C, cosa che non gli riuscirà. E’ così il padre Romeo a chiamare Moggi dopo il caos per Reggina- Juve, facendolo parlare col figlio. In quella telefonata si sente Moggi che protesta: “A Gianlù, stavolta guarda è l’ultima volta… Guarda, io ho visto in te, mica sul rigore, sai? Sul rigore è quel bastardo di Copelli, il guardalinee, ma tu ieri mi sei stato, mi sei rimasto antipatico quando hai fatto il fallo su Ibrahimovic che poi ha segnato il gol! Quello è più grave del rigore! Perché si è vista la volontà tua!”. Nell’inchiesta di Napoli viene così accertata l’estraneità di Gianluca Paparesta con le sim svizzere e disposta l’archiviazione.
Fonte: TuttoSport
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