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Editoriale Bovolenta (Gazzetta dello Sport): il derby dei veleni!

MILANO – Inter-Juventus è stata ed è una storia infinita di dispetti, rancori, rivalità, scudetti soffiati e revocati. Rabbie e polemiche. Rasoiate e bufere. E, soprattutto, veleni. Tanti, troppi. E pensare che il primo veleno interista si chiama Benito Lorenzi. Bel centravanti, vivace e tignoso. Lingua lunga, rissoso e baruffante. Ma ammirato anche dagli avversari. Quelli del Milan, quelli della Juve. É lui che battezza «Marisa» il centravanti della Juve Giampiero Boniperti. Il quale, ovviamente, non gradisce. Lorenzi racconterà: «Eravamo in Nazionale, nello spogliatoio, Giampiero aveva appena vent’anni, era bellino, biondo, poco peloso, quasi efebico. “Che fisico da Marisetta”, gli dissi ridendo». Boniperti in campo, nelle sfide che non erano ancora derby d’Italia, lo saluta con un «Ohei, Veleno, fa’ il bravo oggi». Altri tempi, altri veleni. Poi sono arrivati gli scontri dentro e fuori il terreno di gioco. Una volta l’Inter a Torino ci manda la Primavera. Mattoni che piovono dal cielo (sulla testa del Marini interista), Iuliano che travolge il Fenomeno Ronaldo sotto gli occhi dell’arbitro (arbitro?) Ceccarini. Quel giorno, 26 aprile 1998, in campo c’è anche Luciano Moggi. E da quel giorno i rapporti, sempre tesi e difficili, si inaspriscono. Inter-Juve (o Juve-Inter) diventa una sfida molto parlata. Prima, durante e dopo. Con l’arbitro di turno, designato o in griglia. Con i presidenti che si fanno dispetti di mercato. Con gli allenatori che si beccano da vicino e da lontano. Inter e Juve fanno rizzare il pelo a osservatori e analisti. C’è chi dice: l’Inter è squadra femmina e sognatrice (e sfigata); la Juve potente e pragmatica (e spietata). Poi arriva Calciopoli e si scatena la guerra totale. Cambiano cose, rapporti e uomini. Qualche juventino cambia squadra e passa all’Inter. Il titolo a tavolino è definito «lo scudetto degli onesti». Da Roberto Mancini. Ahi. Battaglie verbali, offese e indignazione. La Juve rotola in B e attacca l’Inter campione e prima in classifica in Serie A: «Indossatrice abusiva del tricolore altrui». L’Inter con Mancini e Mourinho cavalcava e cavalca. L’Inter non cambia. La Juve annaspa, adesso è su un traghetto semi affondato faticosamente condotto da un signore, Zaccheroni, che il 5 maggio di alcuni anni fa affondò l’Inter del caballero Cuper. Corsi e ricorsi, la storia va e viene con il suo scaffale pieno di veleni e i suoi faldoni e le sue miserie. Stasera a San Siro la partita più classica e più astiosa del campionato italiano. La Juve può togliere, sul campo, un altro scudetto all’Inter. E qualcuno può finire a zeru titoli.

Fonte: Gazzetta dello Sport.

Daniele Berrone – www.calciomercatonews.com

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