ROMA – Può aver contribuito l’Inter al primato della Roma? La risposta è si. Ma come, proprio i nerazzurri che tanto hanno fatto per restare in testa per il quinto anno consecutivo e dominare un altro campionato, hanno reso possibile il sorpasso ai loro danni?
Già perché Burdisso e Pizarro, in rigoroso ordine di apparizione in formazione, sono proprio due “scarti” dell’Inter. E allo stesso tempo sono due dei punti di forza della Roma, due titolari inamovibili, due punti fondamentali su cui è stata costruita la corsa-rincorsa di Ranieri.
Partiamo dal difensore. Burdisso ha contribuito senza ombra di dubbio a riportare la retroguardia giallorossa a livelli di rendimento più che accettabili.
Rende alla grande da centrale e la Roma, che proprio all’inizio della stagione ha dovuto registrare il calo di forma di Mexes, si è ritrovata tra le mani un giocatore di altissimo livello. E’ stato un giocatore preso in prestito dal club di Moratti – che ci ha rinunciato dopo che Mourinho lo aveva classificato come sesto centrale – per tappare i buchi eventualmente lasciati dalla coppia Juan-Mexes.
O, se fosse servito, per giocare in entrambi i ruoli di terzino, posizioni che occupa comunque con disinvoltura. Grintoso, freddo, tenace, abituato a correre per grandi traguardi: tutto questo è Nicolas Burdisso.
L’argentino, come detto, è a Trigoria in prestito. Alla Roma, per la stagione in corso, l’operazione è costata all’incirca 1.5 milioni d euro pari alla metà dell’ingaggio che l’Inter garantisce all’argentino a fronte di un contratto in scadenza nel 2012. Burdisso, inoltre, fa parte della cerchia di giocatori che Maradona tiene in considerazione per il prossimo Mondiale in Sudaafrica.
A fine anno tenerlo – o meglio, acquistarlo, perché è la soluzione più gradita al giocatore e al suo procuratore Hidalgo – non sarà facile.
La cosa sembrava fatta a gennaio: Burdisso alla Roma con Baptista in nerazzurro, ma l’accordo no fu trovato. L’ingaggio per i parametri giallorossi è da top player, e poi bisognerà parlare con l’Inter.
L’altro asso proveniente dalla Pinetina ormai a Roma è di casa. David Marcelo Pizarro arrivò alla Roma quattro anni fa, poco prima dell’inizio della stagione 2006-’07. Anche lui fu giudicato di troppo, non da Mourinho però, bensì da Roberto Mancini. E allora la Roma, che già l’estate prima lo aveva cercato dall’Udinese su espressa richiesta di Spalletti, non perse l’occasione. Poco meno di tredici milioni- in due anni – spesi benissimo. Da allora il “PeK” è diventato uno dei migliori registi al mondo.
Le basi c’erano già, ma con gli anni è arrivata anche una maturità che prima non aveva; sia tecnica che umana. Protagonista fino ad ora di una stagione da incorniciare, sembra praticamente nato con il pallone tra i piedi.
E d’altronde, se arrivi a fatica a un metro e settanta, devi avere qualcosa in più degli altri per giocare contro avversari 25 o 30 centimetri più di te (per non parlare del peso). Tecnica sopraffina e tempi di gioco, come lui pochi altri in circolazione.
Ma allora tra Burdisso e Pizarro la vetta della Roma è firmata anche un po’ Inter? Si, un po’ si.
Fonte: A. Ghiacci sul Corriere dello Sport
La Redazione di Calciomercatonews.com
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