Ziliani su calciopoli: “Era tutto falso”

MILANO -Era tutto falso. La madre di tutte le intercettazioni è una bufala e a mo’ di boomerang, tra poco, finirà con l’abbattersi sul testone lucido di Big Luciano. Punto primo: Facchetti non ha mai detto a Bergamo di mandargli Collina. L’audio della telefonata è inequivocabile. E anche se a un certo punto le due voci si sovrappongono, è Bergamo a fare il nome di Collina. “Senti – dice Bergamo riferendosi alla designazione per Inter-Juventus –, per domenica noi facciamo un gruppo di internazionali perché non vogliamo rischiare niente… quindi sono quattro, tutti e quattro possono fare la partita. C’è…”. Breve pausa. Nella quale s’inserisce Facchetti che dice: “Ma metti dentro qualche…”. Qui riprende a parlare Bergamo, che si era arrestato al “c’è” e inizia l’elencazione: “… Collina… Ma tutti internazionali, Giacinto. Così perlomeno non c’è discussione perché c’è dentro Collina, c’è dentro Paparesta, c’è dentro Bertini, c’è dentro Rodomonti”. Bufala clamorosa, come si vede. Questa sarebbe dunque la madre di tutte le intercettazioni, il Totem attorno a cui il popolo delle vedove di Moggi si è dato appuntamento per raccogliersi in preghiera davanti all’effige del dio Luciano e chiedere l’esemplare cacciata agli inferi dell’Inter del malaffare. Macchè. Non c’era niente di vero: tutto taroccato come ai tempi della super-moviola del Processo di Biscardi (ricordate? La conduceva Baldas, e cioè l’ex designatore ai tempi del famoso Juve-Inter 1-0, quello del rigore-non rigore Iuliano-Ronaldo). Facchetti, che lo ripetiamo, è morto il 4 settembre del 2006 e non ha la facoltà di difendersi, non ha mai detto a Bergamo di mandare Collina ad arbitrare Inter-Juventus; per la cronaca, si beccò Rodomonti, l’arbitro del leggendario gol non convalidato a Bianconi in Empoli-Juventus del campionato ’97-’98: palla dentro di mezzo metro prima del rinvio di Peruzzi, con Rodomonti che da due passi non vede e fa cenno di proseguire. Si era sullo 0-0. La Juve vince poi la partita 1-0. Sotto processo a Napoli con l’accusa di “associazione a delinquere” finalizzata alla frode sportiva – reato per cui Giraudo, compagno di merende alla Juventus, è già stato condannato a 3 anni di reclusione, pena ridotta di un terzo per via del rito abbreviato -, e già condannato a 1 anno e 6 mesi per “violenza privata” nel cosiddetto Processo-Gea, Luciano Moggi continua a sorprendere. E col tarocco dell’intercettazione Bergamo-Facchetti stabilisce un record: allegoricamente parlando, ma non troppo, colleziona anche il reato di “vilipendio di cadavere”. Lo scempio che Moggi ha fatto martedì, al Tribunale di Napoli, della figura di Giacinto Facchetti, è la vergogna elevata alla massima potenza. E le patetiche scuse fatte in serata dall’avvocato Prioreschi (“C’erano quattro o cinque persone che hanno ascoltato la telefonata: e comunque la sostanza non cambia”), non fanno altro che aggiungere vergogna a vergogna.

fonte: Paoloziliani.it

La Redazione di Calciomercatonews.com

Gestione cookie