MILANO – È successo quello che alcuni mesi fa nessuno avrebbe previsto: la Roma ha superato l’Inter ed è prima. Un’incredibile rincorsa, culminata con 5 vittorie consecutive. L’avvento del bravo Ranieri e di Montali ha dato equilibrio e maturità a un gruppo che aveva perso convinzioni e morale. La squadra forse gioca in attacco un calcio meno fluido e spettacolare dell’era spallettiana, ma è più equilibrata e compatta. E l’arrivo di Burdisso ha dato attenzione e determinazione a un reparto che ne era carente. Ma Claudio è stato anche bravo nel risvegliare motivazioni e valori sopite. Ora la Roma non dovrà essere colpita dalla sindrome del successo, né avere rilassamenti. La condizione di forma è buona, non ottimale. Servirà lo sforzo di tutti per portare a termine un’impresa incredibile. L’Inter di Mourinho ha incamerato solo 14 punti nelle ultime 10 gare. Le cause? La convinzione di avere già in tasca lo scudetto, l’assuefazione alle vittorie in campionato e la Champions, competizione che richiede attenzione e stress fuori dalla norma. Non è un caso che i nerazzurri hanno perso 4 volte prima degli incontri di Champions. L’Inter sembra avere una buona condizione fisica, ma non è al top per attenzione e determinazione. Manca quella straordinaria volontà di vincere che fa la differenza. Oggi le loro attenzioni sono rivolte più alla Champions, dove, al contrario, hanno vinto e convinto nelle ultime 5 partite. Ora il match con il Barça richiederà uno sforzo psico/fisico/agonistico estremo: 20 o 30 giorni di stress e tensioni che prima o poi dovranno pagare. Josè da grande allenatore e trascinatore qual è, dovrà dar fondo a tutte le capacità per trascinare la squadra ad essere competitiva in entrambe le competizioni. Non sarà semplice, anni addietro molti giocatori del grande Milan avevano in mente solo la Champions. In novembre eliminammo a fatica la Stella Rossa e Gullit chiese quando si sarebbe giocata la prossima. «A marzo — disse Tassotti —. Pensi di essere pronto?». Capii che il campionato interessava relativamente, ma alla fine vincemmo la Coppa dei Campioni. Il Milan di Leonardo non va oltre il 2-2 con il brillante Catania. Non si può parlare di delusione per un gruppo che ha compiuto già un capolavoro. La squadra ha evidenti limiti tattici, agonistici e fisici. L’età anagrafica è elevata, l’organico limitato e gli infortunati sono stati molti ed eccellenti ( Pato, Beckham, Nesta, Zambrotta, etc.). Nonostante tutto, i rossoneri stanno disputando un buon campionato pur privi di Kakà, che era il faro.
Fonte: La Gazzetta dello Sport.
Daniele Berrone – www.calciomercatonews.com
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