MILANO – Il 18 dicembre del 1971 a Roma nascevano Rosella Sensi e Claudia Gerini. Sagittario, ascendente «famolo strano». Più che strana, è unica l’idea che ha in testa la Sensi: vincere lo scudetto. Nessuna presidentessa lo ha mai fatto. Sarebbe una rivoluzione. Come il primo nero alla Casa Bianca. Rosella è in ballottaggio con Massimo Moratti, la cui dinastia calcistica ebbe un’alba rosa. Fu infatti Lady Erminia a trascinare lo sposino Angelo Moratti sul campo del Testaccio per un Roma-Inter deciso da un gol di Meazza. Lo sposino si appassionò. Quell’emozione fu il primo seme della Grande Inter. Oggi il figlio di Angelo lotta con Lady Rosella che, grazie a un tecnico del Testaccio, insegue lo scudetto nel centenario di Meazza. Ranieri, messo in croce a Torino e sull’altare nell’Urbe, è un buon simbolo di questa Roma che ha ribaltato il suo destino. Ma Rosella Sensi è ancora meglio. La presidentessa statuaria in tribuna d’onore, tra cortigiani adulanti, al momento del sorpasso, è lo stesso donnino che tante volte scivolava sulla poltroncina, come uno studente impreparato, davanti alla contestazione feroce. «Rosella, via col vento!», «Sensi vattene!». Ci ha pianto anche. Insultata, minacciata. Sotto scorta Digos dal 2008. Accusata di aver fatto scappare il ricco Soros, possibile acquirente, poi l’amato Spalletti; colpevole del grasso auto-stipendio da 1,3 milioni lordi e dell’addio di Aquilani a 25 milioni, che mal si legano con l’ultimo mercato estivo: nulla, oltre a Guberti e Lobont a costo zero. Un tifoso furibondo posò un piatto di spaghetti davanti a Trigoria: «Nun ce magni con 1,3 milioni». Parte dei tifosi giallorossi non ha cambiato idea sulla matriarca che stipendia anche zia e sorelle. Perfino domenica, nell’ora della gioia, è rimbombato il coro cult dell’Olimpico: «Rosella vattene». Ma intanto il donnino, che combatte contro le banche e i debiti di famiglia, ha sorpassato Moratti, che può spendere 25 milioni per Quaresma. Cruz, sui cui si impuntò Spalletti, è l’ultima riserva della Lazio. La Roma ha sfilato Burdisso all’Inter, senza mollare Baptista. Quando Mourinho notò: «La Roma è furba. Piange sul mercato, poi non cede nessuno», forse aveva già riconosciuto l’avversario che gli avrebbe fatto male. Ora Miss Rosella è lì, a cinque passi dalla Casa Bianca.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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